È per definizione impossibile prevedere i movimenti di un mercato enormemente speculativo come quello delle criptovalute, ma quanto avvenuto nel passato può offrire delle indicazioni
Nel mondo delle criptovalute, alcune fasi sembrano ripetersi ciclicamente. Non è un caso, visto che a innescare le varie fasi è storicamente stato il quadriennale “halving”: il momento in cui le ricompense per i miner (ovvero chi si occupa di validare le transazioni sulla blockchain dei bitcoin, ricevendo in cambio una ricompensa) vengono dimezzate e che solitamente coincide con un graduale aumento del valore dei bitcoin.
L’halving rappresenta quindi un momento particolarmente atteso, che si è verificato l’ultima volta nell’aprile 2024 e che in passato ha più volte dato il via a una grande stagione di crescita. Per quanto sia impossibile prevedere con sicurezza l’andamento del mercato, e nonostante quanto avvenuto in passato non necessariamente si ripete in futuro, solitamente l’halving è seguito da una sostenuta e prolungata crescita dei bitcoin (che rappresenta la seconda fase).
Quando questa crescita inizia a raffreddarsi, è invece il momento in cui inizia la terza delle fasi che stiamo analizzando: la altcoin season, il momento in cui gli investitori distolgono le loro attenzioni dai bitcoin e le ripongono invece sulle alt-coin (tutte le criptovalute che non siano bitcoin), a cominciare ovviamente da Ethereum: la più importante tra loro. Non significa che la altcoin season inizia quando i bitcoin crollano (anche perché i massimi di bitcoin ed Ethereum hanno spesso coinciso a livello temporale), ma che il mercato delle altcoin cresce maggiormente.
La conclusione della altcoin season segna solitamente anche la fine della bolla speculativa: il momento in cui il ciclo di grande crescita delle criptovalute si esaurisce, gli investitori più avveduti decidono che è giunto il momento di ritirare i loro guadagni, il mercato crolla e gli ultimi arrivati rischiano di ritrovarsi con il cerino in mano e perdite che possono raggiungere anche il 70/80%.
Letto in quest’ottica, il crollo che si è verificato a partire dal novembre 2021 e che si è esaurito poco più di un anno dopo – con il mercato complessivo passato da 2.800 miliardi di dollari a 800 (-71%) – si può leggere da una prospettiva molto diversa da quella di solito impiegata.
Perché crescono i bitcoin
Tendenzialmente, si tende infatti a pensare che a scatenare lo scoppio dell’ultima grande bolla delle criptovalute sia stato il crollo di FTX (al tempo la terza più grande piattaforma di compravendita) e l’arresto del suo fondatore Sam Bankman-Fried. In realtà, la bancarotta di questo exchange (al di là dei reati commessi) è stata più una conseguenza del crollo del mercato che una sua causa. E lo stesso vale per altre vicende, a partire dalla bancarotta della criptovaluta Terra Luna.
Tutte queste vicende si sono infatti verificate verso la metà o la fine del 2022, quando il mercato era in calo già da almeno sei mesi e, di conseguenza, si stava interrompendo l’afflusso di nuovi capitali necessario a tenere in piedi imprese che, nei casi fraudolenti, funzionano in maniera praticamente indistinguibile da una catena di Sant’Antonio.
Più che la miccia che ha fatto esplodere la bolla, il crollo di FTX è stato, da un punto di vista esclusivamente finanziario, il segnale che una fase si era definitivamente chiusa. E infatti, Sam Bankman-Fried viene arrestato nel dicembre 2022, quando le criptovalute hanno già toccato il fondo e stanno paradossalmente per iniziare la loro lenta, ma costante, risalita.
Se davvero l’halving porta alla crescita dei bitcoin prima e delle altcoin dopo, per poi concludersi bruscamente con lo scoppio della bolla speculativa, adesso a che punto ci troviamo? Per quanto, come detto, sia impossibile prevedere l’andamento del mercato, quanto avvenuto nel passato ci offre qualche prospettiva.
Dopo l’halving del luglio 2016, i bitcoin hanno toccato il loro picco nel dicembre 2017 (18mila dollari), trascinandosi dietro anche le altcoin e iniziando poi un repentino crollo che si è esaurito nel marzo del 2019. Il successivo halving fu invece nel maggio 2020, in seguito al quale i bitcoin raggiunsero un nuovo picco (67mila dollari) nel novembre 2021, trascinando nuovamente le altcoin che, nella fase precedente al crollo, avevano tutte registrato prestazioni migliori dei bitcoin. Anche in questo caso, la discesa durò un anno abbondante, interrompendosi soltanto nel febbraio 2023.
L’ultimo halving si è invece verificato nell’aprile del 2024, quando i bitcoin erano già risaliti attorno a quota 70mila dollari. Da allora, i bitcoin hanno raggiunto i 95mila dollari di oggi. La crescita, quindi, è stata significativa (+20/30% circa), ma non eccezionale. Per quanto la volatilità dei bitcoin sia diminuita rispetto ai tempi pionieristici, è difficile pensare che – almeno facendo riferimento a quanto avvenuto in passato – il ciclo dei bitcoin stia già per esaurirsi, soprattutto considerando che, nelle fasi precedenti, il massimo toccato all’apice del 2021 era stato quattro volte quello del 2017.
Bitcoin e altcoin season: come funziona
D’altra parte, nelle due precedenti occasioni che stiamo analizzando, tra l’halving e l’apice del mercato è passato un anno e mezzo. Al momento, invece, sono passati solo otto mesi. Di conseguenza, è possibile che la crescita dei bitcoin sia ancora molto lontana dal concludersi e che, quindi, sia lontana anche la altcoin season.
E allora come si spiegano i prezzi folli di alcune altcoin? XRP (Ripple) è cresciuto di un incredibile 420% solo tra novembre e dicembre, Dogecoin del 162%, Cardano del 230%. Ma si tratta di casi isolati, che non bastano a giustificare l’inizio della altcoin season.
Come segnala Marco Cavicchioli su Cryptonomist, i valori a cui bisogna guardare sono più complessivi. La percentuale di mercato rappresentata dai bitcoin è al momento ancora al 55% (un valore non altissimo, ma superiore al 40% toccato nel 2021). C’è poi la relazione tra bitcoin ed Ethereum: all’apice della scorsa altcoin season, i bitcoin necessari per acquistare un singolo ETH (la moneta di Ethereum) passarano da 0,030 a 0,077, segnalando una crescita molto più sostenuta di Ethereum rispetto al rivale. Al momento, il rapporto veleggia attorno a 0,040 e le due monete, nell’ultimo anno, sono cresciute in maniera simile.
La crescita sostenuta di bitcoin ed Ethereum, e i valori impazziti di alcune altcoin, sarebbero quindi solo un antipasto di quanto potrebbe verificarsi nel 2025, con l’apice del mercato che – secondo alcune analisi tecniche (sempre da prendere con le pinze) – dovrebbe giungere nel prossimo autunno.
Attenzione, però, perché non tutti gli analisti sono d’accordo. Secondo Ki Young Ju, CEO di CryptoQuant, la altcoin season non è più legata ai capitali che dai bitcoin si spostano verso le monete rivali, ma da altri fattori connessi semmai alle stablecoin (trovate tutti i dettagli qui). Allo stesso tempo, l’Altcoin Season Index di CoinMarketCap fa segnare, nel momento in cui scrivo, il valore di 83/100, ben superiore al 75 che dovrebbe teoricamente segnalare l’avvio della stagione delle altcoin (ma ovviamente potrebbe anche recedere).
Chi ha ragione? E soprattutto: quanto avvenuto nel 2017 e nel 2021 si ripeterà anche nel 2025? La verità è che nessuno può saperlo: se fosse possibile prevedere con precisione l’andamento del mercato, d’altra parte, non potrebbe più esistere il mercato stesso.
